
L’escalation di attacchi alle rappresentanze occidentali avvenuti nel mondo islamico, a partire da quella a Bengasi che ha comportato la morte dell’ambasciatore statunitense in Libia, ha manifestato come i processi evolutivi nel mondo islamico possano rappresentare un pericolo di instabilità e criticità dell’area. Una volta cadute le autocrazie che hanno governato per larga parte degli ultimi decenni, in buona parte del mondo arabo musulmano sembra profilarsi una corsa alla rappresentanza politica dell’Islam, rimasto forse l’unico riferimento solido sul quale fondare il nuovo potere in questi paesi. Tuttavia, non è ancora chiaro quali valori fondanti all’interno dell’Islam prevarranno. Le tensioni intrareligiose potrebbero esplodere senza avere la possibilità di essere tenute a freno da una piattaforma condivisa di valori e di riferimenti. Se la vittoria delle forze legate alla Fratellanza musulmana in diversi paesi sembra costringerle alle responsabilità di governo, altre forze potranno scegliere vie meno pacifiche per raggiungere il potere. Sul piano politico-ideologico, per esempio, alcuni studiosi e osservatori internazionali evidenziano come sia in corso un’alleanza tra gruppi salafisti e jihadisti che usano qualsiasi pretesto per lanciare azioni contro gli occidentali. D’altra parte sul piano più geopolitico la Primavera araba, ha portato nuovi pesanti grattacapi per le monarchie assolutiste del Golfo. Essa, infatti, non ha soltanto visto cadere fedeli e docili alleati come Ben Ali e, soprattutto, Hosni Mubarak, ma ha anche portato alla ribalta i partiti politici portatori, almeno in potenza, di un’ideologia islamica repubblicana e pluralista in grado, come accadde per la rivoluzione iraniana del 1979, di imporre un nuovo modello di Islam politico alternativo a quello strettamente conservatore delle monarchie del Golfo.
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Chi dietro gli attacchi alle rappresentaze occidentali?
Olivier Roy (Istituto Universitario Europeo): "Non credo ci sia una relazione diretta tra quel che succede alle Ambasciate americane e il futuro delle Primavere Arabe. A mio parere non è stata una manifestazione di piazza, ma un attentato. Infatti, è in corso un'alleanza tra i gruppi salafisti e i jihadisti, attivi sul territorio da oltre dieci anni, che usano qualsiasi pretesto per lanciare azioni contro gli americani".
Wael Farouq (American University of Cairo): "Dietro gli attacchi alle Ambasciate si nasconde il wahhabismo, autentica malattia dell'Islam, di cui l'Arabia Saudita è il massimo rappresentante. Ma quel Paese è un ricco produttore di petrolio e nessuno nel mondo occidentale ha il coraggio di dire la verità e condannare l'Arabia Saudita".
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DALL'ISPI
Dietro la "rabbia islamica" (new) Armando Sanguini
Nuovo modello islamico cercasi (new) Eugenio Dacrema
I Fratelli Musulmani: dalla teoria alla sfida del governo (new) Massimo Campanini
Il rigurgito salafita tra Jihad e Primavera araba (new) Paolo Branca
Salafiti, Al Qaida e "cani sciolti": sfida all'Islam moderato (new) Elisa Pierandrei
I confini della paura: Washington e l'ombra di Bin Laden (new) Gianluca Pastori
Multimedia:
L'Egitto di Morsi cambia politica estera Paolo Magri
Il fantasma di un nuovo Mubarak Massimo Campanini
Precedenti:
Libia: se bastasse un'elezione ISPI Dossier, Luglio 2012
Egitto, la difficile coabitazione ISPI Dossier, Giugno 2012
DAL MONDO
NEW YORK
(Foreign Affairs) "Egypt flans the flame"
WASHINGTON
(Foreign Policy) "Meet the New Boss"
LONDRA
(The Economist) "Muslim rage: Why they won't calm down"
WASHINGTON
(Carnegie Endowment) "The Wrath of Libya's Salafis"
IL CAIRO
(Al Ahram) "Violence cannot defend Islam"
PARIGI
(International Herald Tribune) "The United States and the Muslim World"
DALLO SCAFFALE
L'alternativa islamica. Aperture e chiusure del radicalismo Massimo Campanini
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